15
Mag

Zingaretti: indivisuate 5 sfide per misurare chi vuole l'UE

Il capo delegazione del Pd al Parlamento europeo, Nicola Zingaretti, - raccogliendo gli appelli del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dell'ex premier Mario Draghi - propone "cinque priorita' per l'Europa" per "svegliarla dal torpore" e anche "in reazione a chi la vuole distruggere, come il vicepremier italiano Matteo Salvini". Le cinque priorita': bilancio europeo; sociale; transizione green ed energia; difesa europea e investimenti. "Il primo banco di prova e' il bilancio europeo: il Parlamento europeo si e' fatto sentire riguardo al quadro finanziario pluriennale che la Commissione preparera' e presentera' nel mese di luglio; nel voto del Parlamento c'era un indirizzo chiaro, l'1% del bilancio per l'Europa non basta piu', e' una contraddizione ogni giorno chiedere che l'Europa sia presente, che l'Europa investa e non fare i conti con limiti di bilancio che sono la vera ipoteca sul futuro dell'Europa". "Il secondo banco di prova e' appunto chiarezza sui fondi sociali europei su come verranno gestiti, chi li gestira' e su iniziative del campo sociale assolutamente indispensabili. La vicenda dell'emergenza sociale e' una delle priorita' come lo fu il Covid per gli europei e l'Europa si dimostro' in grado di affrontare l'emergenza Covid anche con Next Generation Eu", ha aggiunto Zingaretti.

Terzo banco di prova, "l'azione comune coordinata per la decarbonizzazione". "Anche qui Mario Draghi ieri ha detto delle parole molto chiare che condividiamo e che facciamo nostre perche' ha detto due cose semplici: velocizzare il processo di decarbonizzazione e occorre chiarezza sul mercato energetico europeo e quindi anche chiedendo che si approfondisca la realta' del mercato energetico europeo per capire chi spinge verso la decarbonizzazione e chi difende il passato e i lobby che non ci fanno andare avanti. Per noi il vero nemico non e' il Green Deal ma l'assenza di trasparenza del mercato energetico e quindi crediamo che decarbonizzazione e trasparenza sia un terreno fondamentale perche' ora le furbizie sono pagate dai cittadini, dagli imprenditori e dall'industria italiana". "Quarto banco di prova: la difesa comune europea. Noi avevamo ragione, avevamo ragione noi a denunciare i limiti di ReaArm Europe e l'esigenza di un suo radicale cambiamento. Non si trattava e non si tratta della costruzione di un processo di deterrenza europea. E' servito in primo luogo alla Germania e alcuni Paesi ad avviare progetti di riarmo spostando i vincoli del patto di stabilita', quello che ora manca pero' e' quello di investire per un progetto di deterrenza europea e quindi scelte comuni". Infine, l'ultimo punto e' "investimenti e debito comune a sostegno dell'innovazione dell'industria europea". "Il bilancio europeo, cosi' come si sta definendo, non sara' mai in grado di aiutare l'industria europea. Anzi, Sono a rischio voci fondamentali del bilancio europeo e quindi occorre piu' bilancio e occorre debito comune a sostegno dell'innovazione e dell'industria europea a cominciare dall'industria dell'automotive che ha bisogno di massicci investimenti per governare la transizione", ha spiegato Zingaretti