La delegazione italiana del Partito Democratico al Parlamento europeo ha votato contro l’accordo raggiunto con il Consiglio sul Regolamento per l’assistenza macrofinanziaria (MFA) all’Egitto, perché il testo approvato non è minimamente soddisfacente sul piano delle condizionalità necessarie in materia di diritti umani, democrazia e Stato di diritto.
Stiamo parlando di oltre 4 miliardi di euro di risorse pubbliche europee, che rischiano di trasformarsi in un assegno in bianco per un regime che continua a violare sistematicamente i diritti fondamentali. Il regolamento approvato non offre garanzie sufficienti sulla destinazione e la gestione di questi fondi. L’Egitto deve attuare riforme per garantire libertà di espressione, associazione e manifestazione pacifica, il rilascio immediato dei detenuti arbitrari e il rispetto del diritto a un giusto processo, migliorare le condizioni detentive, limitare la pena di morte, prevenire torture e sparizioni forzate, e rafforzare lo Stato di diritto e l’indipendenza della giustizia. Ancora in attesa di verità, e di giustizia, sul caso Giulio Regeni, non siamo disponibili a un compromesso al ribasso su tali questioni.
Non possiamo inoltre accettare che l’Unione Europea baratti il rispetto dei diritti umani in nome della stabilità o della cooperazione migratoria. Il testo, sostenuto da tutta la destra europea, inclusi i gruppi estremisti dei Sovranisti e dei Patrioti, oltre che da Conservatori e Popolari, è fortemente sbilanciato a destra. Contiene passaggi inaccettabili, come il riferimento alla migrazione come minaccia al tessuto sociale delle nostre società, e una rappresentazione falsata della realtà egiziana, descrivendo progressi sul piano dello Stato di diritto che semplicemente non esistono.
La Commissione europea, nel negoziato sul Memorandum d’intesa con le autorità egiziane, deve ora garantire l’inserimento di condizionalità chiare e vincolanti. L’Egitto deve mettere in atto riforme politiche concrete nel campo della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto, affrontando così le vere cause dell’instabilità economica.