12
Lug

La riconferma della maggioranza europeista

La sessione plenaria di luglio è stata un bagno di realtà: l'estrema destra è l'estrema destra, anche se ogni tanto la si convince a schiacciare un bottone insieme al PPE. E non si può pensare di votare provvedimenti europei con quella stessa estrema destra nazionalista che l'Europa la vuole distruggere e che per questo ha presentato la mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. 

La questione ha tenuto banco nella sessione plenaria di luglio, che conclude il primo anno di lavoro di questa legislatura europea e ha avuto il merito di fare chiarezza sulle illusioni di maggioranze alternative. Come previsto, la mozione di sfiducia non è passata, grazie al voto contrario della stessa maggioranza europeista di Socialisti e Democratici, Liberali, Popolari e Verdi che ha approvato l’esecutivo comunitario un anno fa, compresi i voti contrari della nostra delegazione PD che, insieme al gruppo S&D, ha condizionato l’appoggio a von der Leyen alla difesa del Fondo Sociale Europeo.

Un bagno di realtà anche per quegli elettori italiani e quei commentatori politici che avevano scambiato l'opportunismo europeista di Giorgia Meloni per una vera maturazione europeista. La maggioranza di governo ha espresso tre posizioni diverse, con la scelta clamorosa e autolesionista di Fratelli d’Italia di non partecipare al voto e non difendere il lavoro del proprio commissario e vicepresidente della Commissione, Raffaele Fitto. Il risultato è un’Italia che conferma la sua retrocessione nella serie B dei Paesi inaffidabili al tavolo della politica europea, con l’aggravante di esprimere un vicepresidente della Commissione senza la fiducia dei suoi, e quindi depotenziato.

Un bagno di realtà per Ursula von der Leyen, che invece di lavorare con il Parlamento per portare avanti l’agenda su cui ha ricevuto la nostra approvazione, si era illusa di potersi permettere di corteggiare la maggioranza di governi di destra ed estrema destra. La sessione di luglio è stata un giro di boa della legislatura, ma la battaglia per la difesa dell’Europa è appena iniziata e il terreno di scontro sarà la proposta sul bilancio pluriennale dell’UE.