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Lug

Nardella: Bilancio insoddisfacente. Pe ignorato

“La proposta della Commissione europea per la nuova Politica Agricola Comune 2028–2034, presentata insieme al Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), con un meccanismo di nazionalizzazione, è largamente insoddisfacente e rischia di compromettere il futuro dell’agricoltura europea”. Lo dichiara. Dario Nardella, eurodeputato S&D e Coordinatore della Commissione AGRI del Parlamento europeo, durante la presentazione della proposta da parte del Commissario Christopher Hansen.

“In un contesto segnato da forte instabilità geopolitica, dazi commerciali ed inflazione persistente – prosegue Nardella – gli agricoltori non possono far fronte ad ulteriori tagli agli aiuti diretti e allo sviluppo rurale. La riduzione da 386 miliardi a 302 miliardi di euro è un colpo duro per un settore già messo alla prova.” Nardella osserva che questi aspetti negativi sovrastano anche gli elementi positivi inseriti nella proposta, come la volontà di riservare gli aiuti della PAC agli agricoltori attivi, maggiore potenziale di semplificazione, l’aumento del sostegno ai giovani agricoltori ed un supporto diretto basato sulla regressività per favorire le piccole e medie aziende agricole. “Il giudizio quindi resta complessivamente negativo, soprattutto per l’impatto congiunto della riforma PAC e del nuovo QFP. “L’eliminazione della struttura a due pilastri con la creazione di un fondo unico in cui annacquare tutto – sottolinea – non semplifica ma mette a rischio l’impianto strategico della politica agricola europea come la conosciamo, spalancando la porta a una pericolosa nazionalizzazione delle scelte agricole e a forti disparità tra Stati membri.”

“Ci aspettavamo dalla Commissione più coraggio, ambizione e visione. Serviva un progetto in grado di rafforzare la resilienza del nostro sistema agricolo, di sostenere i produttori nella transizione ecologica e digitale, e di garantire l'autonomia strategica dell’Unione europea. Così non è.” L’eurodeputato Nardella conclude: “L’agricoltura non può essere trattata come una voce accessoria del bilancio. Servono risorse adeguate, strumenti efficaci e una strategia comune chiara e ambiziosa. Continueremo a batterci perché il Parlamento europeo faccia la sua parte per correggere questa impostazione profondamente sbagliata.