27
Ott

La crisi abitativa e il nuovo bilancio dell'Ue

Una casa non è solo un tetto: è sicurezza, dignità, possibilità di costruire un futuro. Ma per milioni di europei –giovani, famiglie o anziani – trovare o mantenere un’abitazione accessibile è diventato sempre più difficile. I prezzi delle case nell’Unione Europea sono aumentati del 55% dal 2010, mentre gli affitti sono cresciuti, in media, di quasi il 27%, ma con picchi assai più alti in molte città. Oggi, per le famiglie a basso reddito, fino al 40% del reddito serve solo per pagare l’alloggio, circa 19,2 milioni di persone sperimentano grave deprivazione abitativa.

Grazie all’azione dei Socialisti e Democratici l’emergenza abitativa è entrata stabilmente nell’agenda europea: il Parlamento ha avviato una Commissione speciale sulla crisi degli alloggi e per la prima volta la Commissione europea ha un commissario socialista con delega sull’housing. Anche il Consiglio europeo, a guida del Socialista Antonio Costa, ha iniziato a riconoscere il problema, discutendone nel Consiglio Europeo di questa settimana. 

Sebbene il diritto a un’abitazione adeguata sia riconosciuto dal Pilastro Sociale dell’Unione Europea, questo principio resta spesso solo sulla carta. Il gruppo S&D chiede che la Commissione e gli Stati membri rendano questo diritto effettivo, introducendo norme europee che possono contribuire ad una politica dell’abitare attenta ai bisogni sia delle fasce di popolazione più fragili che della classe media sempre più in difficoltà.  

Dai lavori di analisi della Commissione parlamentare sulla casa è emerso come le cause che hanno portato a questa situazione siano molteplici: da una crescente finanziarizzazione del settore dell’edilizia residenziale, che ha trasformato la casa in un bene di investimento perdendo di vista la sua natura di bene essenziale, ad un aumento dell’utilizzo delle case a fini turistici e ricettivi attraverso gli affitti brevi, che in molti centri urbani hanno tolto appartamenti dal mercato degli affitti di lungo periodo e hanno fatto lievitare i prezzi. 

A fronte di questa enorme crescita della domanda, dei fabbisogni e dei prezzi, non si è registrato né un aumento dell’offerta di case a prezzi accessibili - che anzi è andata diminuendo a causa del progressivo indebolimento delle politiche abitative pubbliche e delle risorse ad esse dedicate, né interventi di tipo regolatorio per attenuare l’impatto di fenomeni nuovi come quello degli affitti brevi ad uso turistico. 

Per questo motivo abbiamo chiesto e continueremo a chiedere misure specifiche sul tema degli affitti brevi nelle aree più critiche delle nostre città. Qualche risultato sta iniziando ad arrivare. Ursula Von der Layen ha annunciato l’intenzione di intervenire a livello europeo sulle locazioni turistiche, un passo che va monitorato e sostenuto con regole efficaci. E chiediamo inoltre che nel prossimo quadro finanziario pluriennale sia prevista una linea dedicata alla casa, capace di mettere risorse certe a disposizione di programmi su larga scala. I comuni non possono essere lasciati soli in questa battaglia: servono strumenti finanziari europei e nazionali che permettano interventi di lungo periodo e politiche di ampia portata. Per fare questo abbiamo bisogno del coinvolgimento di tutti gli attori. Occorre includere maggiormente non solo le amministrazioni locali ma anche il terzo settore, le cooperative e gli attori senza scopo di lucro, per garantire prezzi calmierati e limitare i margini speculativi. 

Il lavoro avviato in Parlamento e l’attenzione della Commissione Europea e del Consiglio aprono una finestra di opportunità politica: ora serve concretezza. Al Governo chiediamo di sostenere con chiarezza e determinazione una politica europea per la casa che metta insieme finanziamento, regolazione e protezione sociale, perché senza risorse stabili e regole chiare la crisi abitativa resterà un problema per troppi cittadini. 

Purtroppo, nel Consiglio Europeo che pochi giorni fa ha riunito tutti i capi di governo, solo il socialista Pedro Sanchez, primo ministro della Spagna, ha chiesto a gran voce misure e fondi europei dedicati a rafforzare l’offerta di case accessibili a prezzi calmierati. Il Governo italiano, nonostante l’enorme fabbisogno che si registra nel nostro Paese (fanalino di coda in termini di patrimonio residenziale pubblico), non ha fatto sentire la propria voce. 

Noi parlamentari europei del Partito Democratico e di tutto il gruppo dei Socialisti e Democratici continueremo la nostra battaglia perché la casa sia messa al centro del progetto sociale europeo e perché poter vivere in una casa dignitosa sia un possibilità per tutti e  non un privilegio per pochi.